Caretta caretta

Dimensioni:

alla nascita è lunga circa 5 cm. La lunghezza di un esemplare adulto è di 80 – 140 cm, con massa variabile tra i 100 ed i 160 kg.

 

Caratteristiche morfologiche:

la testa è grande, con il rostro molto incurvato.

Gli arti sono molto sviluppati, specie gli anteriori, e muniti di due unghie negli individui giovani che si riducono ad una negli adulti.

Ha un carapace di colore rosso marrone, più scuro nei giovani esemplari, e un piastrone giallastro, a forma di cuore, due placche prefrontali ed un becco corneo molto robusto.

Il carapace è dotato di cinque coppie di scudi costali.

Ponte laterale fra carapace e piastrone con tre (di rado 4-7) scudi inframarginali a contatto sia con gli scudi marginali che con quelli del piastrone.

Gli esemplari giovani spesso mostrano una carena dorsale dentellata che conferisce un aspetto di "dorso a sega".


Dimorfismo sessuale:

i maschi si distinguono dalle femmine per la lunga coda che si sviluppa con il raggiungimento della maturità sessuale, che avviene intorno ai 15 ed i 25 anni.

Anche le unghie degli arti anteriori nel maschio sono più sviluppate che nella femmina.

 

Distribuzione:

la specie, e le sue sottospecie, risiedono di preferenza in acque profonde e tiepide, prossime alle coste, dell'Oceano Atlantico, del Mar Mediterraneo e del Mar Nero nonché dell'Oceano Indiano e dell'Oceano Pacifico.

Le maggiori concentrazioni di questo animale si trovano in Sud-Africa, Florida, Australia, Mozambico e Oman.

Nel Mar Mediterraneo è la specie di tartaruga marina più diffusa, frequenta soprattutto le acque dell'Italia, della Grecia, della Turchia e di Cipro ma anche di Tunisia, Libia, Siria e Israele.

 

Dieta:

la dieta comprende sia organismi bentonici che animali planctonici come alcune meduse (la Caravella portoghese Physalia physalia, temibile e spesso mortale per l'uomo) e alcuni organismi dalla consistenza gelatinosa che formano colonie lunghe parecchi metri come le salpe.

Si ciba inoltre di pesci come i cavallucci marini e pesci ago che frequentano le praterie di Posidonia.

A volte, in acque poco profonde, ricerca aragoste, granchi e gamberetti e numerose specie di molluschi che frequentano rocce e coralli.

 

Riproduzione:

alcuni studi hanno dimostrato che le piccole appena nate, nei pochi minuti che trascorrono sulla terra ferma nel tragitto che percorrono per raggiungere il mare a partire dal nido sulla sabbia, sono capaci di immagazzinare le coordinate geomagnetiche del nido ed altre caratteristiche ambientali che consentono un imprinting della zona di origine.

Una volta raggiunta la maturità, in estate, nei mesi di giugno, luglio ed agosto, maschi e femmine si danno convegno nelle zone di riproduzione, al largo delle spiagge dove le seconde appunto sono nate.

Gli accoppiamenti avvengono in acqua: le femmine si accoppiano con diversi maschi, la copula può durare anche alcuni giorni.

Dopodiché, le femmine attendono per qualche giorno in acque calde e poco profonde il momento propizio per deporre le uova; in ciò sono facilmente disturbate dalla presenza di persone, animali, rumori e luci.

Al momento giusto risalgono la spiaggia del luogo prescelto, scavano una buca profonda con le zampe posteriori e vi depongono una media di 100 uova.

Quindi le ricoprono con cura, per garantire una temperatura d'incubazione costante e per nascondere la loro presenza ai predatori.

Completata l'operazione, fanno ritorno al mare. È un rito che si può ripetere più volte (anche 4) nella stessa stagione, ad intervalli di 10-20 giorni.

 

Stato di conservazione:

la IUCN Red List classifica Caretta caretta come specie vulnerabile (Vulnerable). La specie è minacciata dall'inquinamento marino, dalla riduzione degli habitat di nidificazione, dalle collisioni con le imbarcazioni, e dagli incidenti causati dalle reti a strascico e dagli altri sistemi di pesca.

La specie è considerata endangered, a livello regionale e globale, ed è perciò protetta da normative internazionali e, in particolare, da numerose convenzioni tra le quali la Convenzione di Barcellona e relativo protocollo aggiuntivo che prevede misure di protezione e di conservazione per la specie vietandone l’uccisione, il commercio e il disturbo durante i periodi di riproduzione, migrazione, svernamento e altri periodi in cui gli animali sono sottoposti a stress fisiologici.

Numerosi i progetti in tutto il mondo per la conservazione di questa specie che hanno prodotto negli ultimi anni risultati tangibili sullo stato di conservazione ma purtroppo a livello locale è da tenere anche in considerazione il basso numero di location e gli effetti rapidi di incremento delle minacce.

Rimane una specie IN PERICOLO.