Mercoledì, 18 Novembre 2020 21:09

Finita la stagione riproduttiva di caretta caretta in Toscana (Meglio tardi che mai....!)

Beh non si può dire che quest'anno ci siamo fatti mancare qualcosa....
Nidi deposti in zone a rischio inondazione, nidi deposti sugli scogli, nidi tardivi, mareggiate eccezionali, cali di temperatura anomali a fine settembre- inizio ottobre. Ma siccome le tartarughe notoriamente sono animali resilienti e altrettanto resilienti sono i volontari e gli esperti del gruppo tartAmare... Eccoci qui.
Siamo arrivati al 15 novembre ed ancora avevamo due nidi sotto monitoraggio...
Adesso però possiamo dichiarare la stagione più impegnativa della nostra storia ufficialmente conclusa con l'apertura dei due nidi di Baratti e Rimigliano (ex Santa Lucia) deposti rispettivamente la notte del 10 agosto e la notte del 14 agosto.
Questi due nidi, come era prevedibile, viste le temperature di fine settembre-inizio ottobre (periodo in cui si è abbassata la temperatura bruscamente) non si sono schiusi ma ci hanno fatto " patire" non poco (tanto perché le altre operazioni erano state passeggiate di salute....!)

Le uova infatti 96 a Baratti e 64 a Rimigliano, al controllo tramite speratura sono risultate quasi tutte feconde e con all'interno embrione arrivato agli ultimi stadi di sviluppo. Ciò corrisponderebbe a quanto detto prima: le uova hanno portato avanti tranquillamente il loro sviluppo in piena salute ma quando sono state molto vicine alla fase del riassorbimento del tuorlo e dell'uscita dall' uovo, fase che comporta un dispendio energetico particolare, questo momento ha coinciso con il calo delle temperature ed esse si sono bloccate.
Questa ipotesi ovviamente dovrà essere confermata dalle successive analisi di laboratorio ma è molto plausibile visto che i due nidi praticamente contemporanei, situati a pochi chilometri di distanza, hanno subito lo stesso identico destino.
Sempre attraverso una attenta speratura uovo per uovo, abbiamo però scoperto che alcuni embrioni non erano ancora morti queste uova sono state trasportate al CRTM tartAmare per essere incubate artificialmente e tentare questa ultima estrema via per salvarle.
Come detto all'inizio del nostro post non è stata un'estate affatto semplice e, se siamo arrivati in fondo, lo dobbiamo a tutte le persone che hanno collaborato con noi, le istituzioni le associazioni ambientaliste e i Citizen Scientists.