Sabato, 19 Marzo 2022 19:15

Archelon - I Progetti LIFE

I progetti LIFE: cosa sono e perché sono importanti?

L’esempio di Life DELFI

 

Cosa sono

Nell’articolo precedente sulle reti fantasma abbiamo accennato ai progetti LIFE parlando di LIFE Ghost, mirato alla rimozione delle ghost nets. Ma cosa sono effettivamente questi progetti LIFE?

Il programma LIFE nasce nel 1992, con l’intento di co-finanziare i vari progetti designati alla salvaguardia dell’ambiente,detti quindi “progetti LIFE”, proposti dagli Stati membri dell’UE.

 

LIFE + EU

 

Questo programma, a sua volta, si divide in due sottoprogrammi:

  • LIFE “Ambiente”, preposto alla salvaguardia della natura e della biodiversità, governance ed informazione per l’ambiente;
  • LIFE “Azione per il clima”, per l’adattamento ai cambiamenti climatici e alla loro mitigazione. Nonché governance ed informazione a riguardo del clima.

L’obiettivo di questo programma è difendere l’ambiente e chi lo abita. Dagli  anni ‘90 sono stati tanti i progetti promossi e finanziati, come ad esempio:

  • TartaLife, che si occupa dello sviluppo di strumenti da pesca più selettivi, come l’amo circolare o il TED (Turtle escluder device, in italiano “meccanismo di esclusione delle tartarughe”, ovvero una rete particolare che dà la possibilità alle tartarughe che vi rimangono intrappolate di poter fuggire) per diminuire la cattura della tartaruga comune, Caretta caretta;
  • Life CALLIOPE, contribuisce alla protezione degli ambienti dunali, sabbiosi e di scogliera lungo le coste abruzzesi e di Cipro, svolgendo anche attività di informazione e sensibilizzazione dei bagnanti;
  • E il neo-progetto, ancora in fase attiva, Life DELFI, iniziato nel 2020 con scadenza prevista per il 2024.

 

Life DELFI

Logo life DELFI

 

Life DELFI è un progetto che nasce dal bisogno di proteggere i delfini, che sono sempre più minacciati. In particolar modo lo studio viene svolto sul tursiope (Tursiops truncatus), un delfino costiero che può raggiungere i 4m di lunghezza.

Delfini e pescatori fin dall’antichità hanno sempre avuto rapporti, spesso anche di mutualismo. Le prime testimonianze ci arrivano da Aristotele, in Historia Animalium e poi da Plutarco, in De Sollertia Animalium, dove, già tra il I e il II secolo d.C., ci dimostra come si era a conoscenza di quel fenomeno che con gli anni avrebbe preso il nome di bycatch, ovvero “pesca accidentale”.

Negli ultimi anni, tale fenomeno è aumentato drasticamente. Come lo sappiamo? Il progetto Life DELFI ha svolto in modalità preliminare un sondaggio su oltre 200 pescatori. Più di un terzo di questi ha affermato che durante la sua esperienza ha, almeno una volta, catturato un delfino. L’aumento di queste catture potrebbe essere legato ad una riduzione delle risorse ittiche e/o al fatto che i delfini hanno imparato ad associare alle reti la presenza di cibo.

La cattura accidentale dei delfini, però, non è solo un danno all’ecosistema, ma anche ai pescatori stessi, i quali testimoniano come la presenza di questi cetacei comporti una perdita o il danneggiamento del pescato e la rottura degli strumenti da pesca.

Come si potrebbe evitare tutto ciò?

È proprio qui che entra in gioco il progetto Life DELFI! Questo progetto ha come principale obiettivo quello di diminuire le catture accidentali dei delfini. Come?

I rimedi si possono dividere in due tipologie: tecnici e socio-economici.

Tra le misure tecniche vi è l’introduzione di due strumenti innovativi:

  • Pinger interattivi: i pinger sono degli strumenti acustici che servono per allontanare i cetacei, animali che utilizzano i sonar per comunicare e ricercare cibo. L’innovazione in questo tipo di pinger consiste nell’attivarsi solo quando vengono rilevati i tursiopi (diminuendo in questa maniera l’inquinamento acustico) e nel cambiare la frequenza dei suoni emessi in modo da non far abituare i delfini, portandoli all’associazione suono=cibo.

 

Utilizzo delle lampade LED

 

  • Lampade LED: vengono utilizzate come deterrente vicino. Il grande vantaggio è che funzionano non solo sui tursiopi, ma su tutti i cetacei, le tartarughe marine e gli uccelli.
  • Utilizzo di strumenti da pesca meno impattanti, come ad esempio le nasse. È stato dimostrato, infatti, che gli strumenti che maggiormente determinano l’intrappolamento e la conseguente morte o lacerazione ed infezione dei tessuti sono: tremagli, reti a circuizione e reti volanti o a strascico.

Le misure socio-economiche, invece, sono rivolte soprattutto ai pescatori, i quali possono aumentare i propri guadagni tramite il dolphin watching, e al grande pubblico, all’informazione e alla divulgazione perché, riportando le parole dell’intervista a Marco Spinelli “La cosa fondamentale è informarsi ed informare le persone, che magari spesso non sanno ciò che accade dietro l’angolo”.

Tra le misure da adottare sono comprese infatti l’informazione e la sensibilizzazione delle persone sull’importanza della salvaguardia degli ambienti marini e delle diverse specie di cetacei. Questo è possibile non solo tramite i comuni mezzi di divulgazione, ma anche tramite un’apposita app sviluppata da uno dei partner del progetto, l’associazione croata Blue World Institute of Marine Research and Conservation (BWI).

 

Evento di divulgazione nell'AMP di Tavolara Punta Coda Cavallo, Sardegna

 

L’app, Marine Ranger, permette di scoprire informazioni su 29 specie di mammiferi marini che si trovano nel Mediterraneo (12 specie stanziali e 17 occasionali), ma non solo. Permette all’utente, che potrebbe essere qualsiasi persona (anche tu!), di segnalare tramite foto, video ed una breve descrizione, la presenza di un cetaceo, contribuendo così alla raccolta di informazioni necessarie per poter proteggere al meglio queste specie, ad esempio creando dei piani di gestione.

Logo dell'app Marine Ranger

 

Non è fantastico? In questo modo, chiunque, nel suo piccolo, può imparare le meraviglie del Mare Nostrum e contribuire a proteggerlo!

 

PER MAGGIORI APPROFONDIMENTI SUI PROGETTI LIFE:

 

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