E infine, dopo mille peripezie, questa notte abbiamo messo in sicurezza anche il nido di Santa Lucia.
Il caso di questo nido é in effetti molto particolare poiché il sito presenta una spiaggia poco profonda che in caso di mareggiata viene completamente inghiottita dalle onde, come abbiamo potuto verificare nei mesi di costante monitoraggio.
E allora perchè mamma tartaruga ha scelto proprio quel posto?
Capita che a volte la tartaruga sbagli posto. Questo avviene per motivi naturali oppure per un disturbo causato dall'uomo. In questo specifico caso la cosa più probabile é che su questa spiaggia ci sia nata, 30/40 anni fa o anche di più, in un tempo in cui la costa presentava caratteristiche morfologiche diverse da quelle attuali. Le tartarughe marine tendono a nidificare nello stesso luogo dove sono nate.
La traslocazione é un'operazione delicata da mettere in atto tempestivamente al ritrovamento di un "nido a rischio". Il suo successo è strettamente legato alla tempestività delle operazioni.
In foto il nucleo speciale di tartAmare che ha monitorato la spiaggetta di giorno e di notte osservando e registrando i dettagli di un fenomeno particolare ( in tutta l'estate ci sono state 29 uscite in pochi metri di spiaggia).
Ringraziamo di cuore: la Capitaneria di porto , delegazione di Rosignano Marittima per il sostegno che ci ha dato I proprietari della Villa Santa Lucia che ci hanno fornito appoggio logistico, il Comune di Rosignano Marittimo per aver compreso la necessità di spostare queste uova ed aver messo da parte tutto pur di fare il bene di questo nido.

Oggi il nostro team di esperti ha verificato la presenza di un altro nido nel GOLFO DI BARATTI – PIOMBINO.

Mamma tartaruga ha scelto la notte delle stelle cadenti per deporre le sue uova e lo scenario era sicuramente molto suggestivo!

Sabato, 25 Luglio 2020 17:14

3° Nido della Toscana Accertato

Questa mattina la nostra responsabile scientifica Luana Papetti ha accertato la presenza delle uova nel nido di Rocchette, nel magico Comune di Castiglione della Pescaia, che quest'anno conta ben 3 nidi in un tratto di neanche 2 km di spiaggia.


A pochissima distanza dal centro Hakuna matata, dove l'altra settimana era partito un "pronto intervento" da parte nostra per il ritrovamento di un presunto cratere, poi smentito da ulteriori accertamenti.

A noi piace pensare che mamma tartaruga abbia voluto "premiare" il senso civico e ambientale di Livia e Alessandro che non hanno esitato un attimo ad avvertire la Capitaneria di Porto della presenza di un possibile cratere, mettendo a rischio anche la loro attività commerciale pur di fare il bene dei tartarughini.

Beh... l'altra settimana il nido non c'era. L'altra settimana abbiamo vegliato un buco in terra.

Ma questa settimana il nido c'è ed é a pochi passi da loro che lo avevano già accolto ancor prima che arrivasse.

Anche per questo nido è stata necessaria una messa in sicurezza perché deposto troppo vicino alla battigia (meno di 7 mt di distanza dal mare). La traslocazione è avvenuta con successo, adesso non ci resta che aspettare.

 

 

 

Martedì, 21 Luglio 2020 13:18

2° Nido della Toscana Accertato

Ancora una volta la nostra bellissima tartabike non ci ha tradito portandoci dritti dritti alle tracce di una tartaruga marina che questa notte ha di nuovo scelto le coste del Comune di Castiglione per deporre le sue uova. in sella ancora il presidente di tartAmare Davide Petri.

La presenza delle uova è stata verificata da personale esperto ed autorizzato del CRTM- TARTAMARE-GROSSETO. il nido è stato prontamente messo in sicurezza e recintato dagli uomini del Comune di Castiglione della Pescaia e la schiusa è attesa per la seconda metà di settembre.

Ricordiamo che attualmente in Toscana sono presenti due nidi accertati e si trovano entrambi nel Comune di Castiglione della Pescaia in provincia di Grosseto..

diversi tentativi però si sono avuti nella Caletta di Santa Lucia nel comune di Rosignano dove tartAmare sta monitorando la situazione.

Per quanto riguarda l'uscita notturna di una tartaruga al Giglio il presunto nido è stato indagato dal CRTM Talamone ma non è stata rinvenuta la camera del nido.

Ringraziamo tutti i volontari di tartAmare e di tutti gli altri nuclei di monitoraggio toscani che si alzano ogni mattina all'alba e percorrono chilometri affinchè anche nella nostra regione sia monitorata la nidificazione di questi meravigliosi animali.

Giovedì, 09 Luglio 2020 20:32

1° Nido Della Toscana Accertato

Primo nido di tartaruga marina del 2020 in Toscana: Riva del Sole!
È toccata a Davide Petri, co-fondatore e Presidente di tartAmare, la fortunata scoperta del primo nido di tartaruga marina in Toscana quest’anno. La spiaggia è quella di Riva del Sole a Castiglione della Pescaia, un luogo ben conosciuto da tartAmare e dai suoi operatori perché viene monitorato costantemente, estate e inverno.

La traccia non lasciava ombra di dubbio e infatti il nido era lí, a 12 metri dalla costa.
L’esperienza degli operatori scientifici di tartAmare, guidati dalla dottoressa Luana Papetti, ha immediatamente rilevato la pericolosità della posizione in cui si trovava il nido: troppo vicino alla riva e troppo vicino a un canale di scolo.

Entrambi avrebbero potuto mettere a repentaglio l’incolumità delle uova anche solo con una semplice ondata.
Si è resa così necessaria, da parte della stessa Dottoressa Papetti, la delicata operazione di “traslocazione”, ovvero lo spostamento del nido a una distanza di sicurezza dal canale e dalla riva del mare.

All’interno 111 uova, un bel numero che ci fa ben sperare sulle future nascite. Il nido è stato poi prontamente messo in sicurezza con l’aiuto degli operatori del comune di Castiglione della Pescaia e ora non ci resta che attivare i controlli quotidiani e attendere!

Continuano ogni giorno i monitoraggi dei volontari sulle spiagge del litorale: festeggiamo oggi il primo ritrovamento ma incrociamo le dita per i prossimi giorni!

Sulle spiagge di Grosseto e Castiglione della Pescaia è tempo di bilancio per i due nidi di Caretta caretta che hanno rappresentato ritrovamenti eccezionali di questa Estate.

A Riva del Sole, dopo 90 ore dall'uscita dell'ultima tartarughina, e dopo 10 giorni dalla prima emersione del 17 settembre, il personale di tartAmare ha provveduto, nella notte di sabato, ad effettuare uno scavo perlustrativo per verificare presenza di tartarughini vivi rimasti intrappolati nel nido, incastrati in uno strato di sabbia molto indurito a seguito delle piogge dell'ultima perturbazione.

In effetti sono state salvate 4 tartarughine che, a livelli diversi di profondità, ma tutte entro i 32 cm dal piano spiaggia (quindi in risalita), erano rimaste intrappolate in questo strato compatto di sabbia che non ne permetteva il movimento.

Le piccole sono state liberate e visitate dalla veterinaria di tartAmare, dott. Lara Papini, e dopo essere state tenute a riposo e sotto osservazione per un'ora in un contenitore termico su sabbia umida a temperatura costante, una volta riprese le forze, sono state liberate in mare con successo.

Grandissima la gioia dei volontari che hanno assistito alle operazioni e che dopo giorni di estenuanti pattugliamenti h24 del sito anche sotto i temporali della scorsa settimana, hanno visto tutte le loro fatiche gratificate.

L'ingresso in acqua di questi ultimi piccoli, che erano rimasti all'interno senza molte chance ormai di vedere la luce è stato molto emozionante, ed è stato seguito da un grande applauso dei presenti che si porteranno quest'esperienza nel cuore per tutto un lungo inverno sperando di poterla vivere di nuovo sulle nostre spiagge la prossima estate.

Finisce così, per ora, la vicenda di questo nido con 56 nate ed emerse su 72 e quindi con un successo del 78%.

E' un grande risultato, che insieme a quello ottenuto a San Vincenzo, dove la schiusa di 88 uova su 121 ha portato ad una percentuale di successo del 72%, rende la Toscana papabile area di nidificazione per questi animali. Sempre in Maremma il risultato delle Marze, dove si è registrata l'uscita di 25 tartarughini su 70, è altrettanto importante da un punto di vista scientifico: si sono potuti fare studi e monitoraggi delle temperature della sabbia rilevando valori sorprendentemente di molto inferiori su questa rispetto a quella di Riva del Sole (sebbene i due siti siano a pochi km di distanza l'uno dall'altro). Tali valori bassi, vicini per gran parte del periodo d'incubazione al valore minimo del range valutato come ottimale per lo sviluppo degli embrioni, potrebbero avere influito sul successo di schiusa inferiore del nido sito a Marina di Grosseto. Allo stesso tempo però, e per lo stesso motivo, poichè per le tartarughe marine la differenziazione del sesso è legata alla temperatura e si verifica che a temperature alte del suddetto range nascono femmine, viceversa nascono maschi, è molto probabile che i 25 piccoli nati dalle Marze siano dei "tartarughi" piuttosto che delle tartarughe. Questo per l'ecologia riproduttiva e per la conservazione di questa specie è un fatto importante. Infatti a causa del riscaldamento globale e dell'innalzamento delle temperature, per quanto detto prima, nascono molti esemplari di sesso femminile mentre quelli di sesso maschile cominciano a scarseggiare. Cio' complica le cose per la sopravvivenza di specie già

fortemente minacciate dal disturbo antropico. Ecco perchè il nido delle Marze, per quanto meno produttivo in termini di numero di nuovi nati, è stato molto importante lo stesso per tenere in vita la speranza che questi animali riescano a non scomparire dal nostro pianeta.

Il ringraziamento di tartAmare va in primis a tutti i volontari, un gruppo di più di un centinaio di persone fra la Maremma e San Vincenzo che hanno vigilato sui nidi seguendo tutte le operazioni, e si estende poi doverosamente alle strutture che hanno ospitato i volontari agevolandoli, nello specifico il Camping "Le Marze" e il Camping "Maremma San Souci" a Castiglione della Pescaia, ai Comuni che hanno messo a disposizione tutti i mezzi richiesti per tutelare al meglio le nidificazioni avvenute nei loro territori, agli Uffici Marittimi che non hanno mai mancato di monitorare con grande attenzione i nidi nei momenti più delicati, alla Regione Toscana, sempre presente e attenta a tutte le fasi di questo importante fenomeno a Lei nuovo e naturalmente allo staff di tartAmare, instancabile e attivo dall'inizio dell' estate con la ricerca delle tracce fino ad oggi con il controllo delle ultime schiuse.

Una indimenticabile esperienza che ha fatto nascere anche tanti bellissimi nuovi rapporti umani oltrechè 168 nuove tartarughine toscane.

Sabato, 31 Agosto 2019 13:45

Ritrovamento eccezionale!

E mentre ancora siamo nel pieno della stagione riproduttiva di Caretta caretta e siamo impegnati nel monitoraggio, tutela e assistenza alla schiusa dei nidi che mamma tartaruga ci ha voluto regalare in giro per la Maremma, al Centro Recupero Tartarughe Marine di tartAmare è arrivata lei, Nausica, una giovane, anzi giovanissima, tartaruga marina speciale.

In effetti non si tratta della specie comune che siamo soliti trovare dalle nostre parti, È UNA CHELONIA MYDAS, o tartaruga verde, che gli operatori del Centro giurano di non avere mai incontrato in diversi anni di attività di recupero se non spiaggiata, ormai morta, e comunque, anche così, rarissime volte.

Nausica invece appare abbastanza vitale, oggi è stata sottoposta a visita medica da parte dei nostri veterinari Andrea Guidoni e Lara Papini e a tutti gli accertamenti necessari che ci diranno se sta davvero bene, se la sua cattura accidentale nella rete da posta di un pescatore, che ringraziamo per essersi prodigato a portarle soccorso, non le ha causato conseguenze e se può quindi essere liberata presto in mare.

Il ritrovamento di questo animale davanti alla costa maremmana, tra Principina e Marina di Grosseto, è un fatto eccezionale e di grande rilievo dal punto di vista scientifico.

Nausica è già diventata la mascotte del gruppo di tartAmare, i suoi occhioni, il candore del suo piastrone le conferiscono una dolcezza ed una gentilezza infinite, vederla nuotare in una grande vasca che la ospita da soavità e un grande senso di pace e bellezza.

 

Forza Nausica, da qualunque luogo tu sia arrivata, sbrigati a tornare in forze che vogliamo riportarti presto in questo tuo mare.

Martedì, 19 Marzo 2019 20:50

Congratulazioni!!!

Stamani grande festa per la laurea della neodottoressa Viola Mengolini.

Il titolo della tesi, discussa questa mattina presso l' Università di Bologna, Campus di Ravenna "Influenza dei parametri ambientali sui nidi di tartaruga marina e casi di studio delle coste Toscane" l'ha condotta dritta alla meta: dott.ssa in SCIENZE AMBIENTALI.

Viola l'ha portata a termine a seguito di un tirocinio curricolare che ha svolto questa estate presso il Centro Recupero Tartarughe Marine di Grosseto e che l'ha vista impegnata in maniera attiva al monitoraggio ed alla tutela degli eccezionali nidi di tartaruga marina in Toscana.

La studentessa ha condiviso questo successo ed i risultati del suo lavoro scientifico con la dott.ssa Letizia Poggioni che le ha fatto da correlatrice e con tutto il team scientifico di tartAmare.

tartAmare è disponibile a valutare domande di tirocini e stage da parte di studenti universitari presso il proprio Centro Recupero

Mercoledì, 30 Gennaio 2019 18:10

Riscaldamento Globale

Il riscaldamento globale e le tartarughe

Gli effetti del riscaldamento globale stanno avendo un impatto enorme sulle tartarughe marine e sul resto della fauna selvatica.

Il tasso di riscaldamento globale è di gran lunga superiore alle capacità degli animali di adattarsi ad un tale drammatico cambiamento ambientale.

L'aumento del livello del mare, causato dallo scioglimento dei ghiacciai, sta già contribuendo alla perdita di spiagge e di habitat di nidificazione.

Condizioni climatiche estreme, legate anch'esse ai cambiamenti climatici, portano a tempeste più frequenti e più violente che modificano i siti di nidificazione, causando erosione della spiaggia ed inondazioni dei nidi e quindi morte degli embrioni.

Poichè per questi animali l'incubazione delle uova è completamente affidata al calore della sabbia, sabbie troppo calde, derivanti dall'aumento delle temperature, incidono negativamente sullo sviluppo delle uova fino a condurre al completo insuccesso del nido.

Inoltre, dato che la differenziazione del sesso è legata alla temperatura della sabbia, temperature elevate producono un numero maggiore di femmine fra i nuovi nati, col risultato di alterare gli equilibri della specie.

Le tartarughe marine usano le correnti oceaniche per spostarsi e reperire prede.

Il riscaldamento dei mari influenza le specie migratorie alterando il normale andamento delle correnti e la distribuzione e l'abbondanza delle prede.

Il risultato è uno spostamento delle popolazioni più a nord, molto più a nord del loro normale areale.

 

 

LO SAI?

  • Gli scienziati prevedono una probabile perdita del 20-30% delle attuali specie vegetali ed animali di qui al 2050 a causa del riscaldamento globale.
  • Le attività antropiche che rilasciano gas serra nell'atmosfera, quali ad esempio bruciare combustibile fossile, sono la causa principale del riscaldamento. Un'altra importante fonte di gas serra in atmosfera è la deforestazione, poichè gli alberi con la fotosintesi assorbono anidride carbonica, un importante gas serra, e l'impoverimento di alberi sul nostro pianeta fa sì che una maggiore quantità di questo gas rimanga all'interno dell'atmosfera.
  • Approssimativamente un terzo di tutte le emissioni di gas serra di origine antropica sono assorbite dagli oceani.
  • Il Mediterraneo rischia uno sconvolgimento climatico dovuto al riscaldamento. Una ricerca pubblicata su Science ha disegnato gli scenari climatici ed ecologici che interesserebbero il Mare Nostrum nel caso venisse superato il limite degli 1,5°C, contenuto nell'accordo di Parigi sul clima: la regione del Mediterraneo potrebbe cambiare radicalmente generando ecosistemi mai visti dalle nostre parti negli ultimi 10mila anni.
Mercoledì, 30 Gennaio 2019 14:17

Caretta caretta

Dimensioni:

alla nascita è lunga circa 5 cm. La lunghezza di un esemplare adulto è di 80 – 140 cm, con massa variabile tra i 100 ed i 160 kg.

 

Caratteristiche morfologiche:

la testa è grande, con il rostro molto incurvato.

Gli arti sono molto sviluppati, specie gli anteriori, e muniti di due unghie negli individui giovani che si riducono ad una negli adulti.

Ha un carapace di colore rosso marrone, più scuro nei giovani esemplari, e un piastrone giallastro, a forma di cuore, due placche prefrontali ed un becco corneo molto robusto.

Il carapace è dotato di cinque coppie di scudi costali.

Ponte laterale fra carapace e piastrone con tre (di rado 4-7) scudi inframarginali a contatto sia con gli scudi marginali che con quelli del piastrone.

Gli esemplari giovani spesso mostrano una carena dorsale dentellata che conferisce un aspetto di "dorso a sega".


Dimorfismo sessuale:

i maschi si distinguono dalle femmine per la lunga coda che si sviluppa con il raggiungimento della maturità sessuale, che avviene intorno ai 15 ed i 25 anni.

Anche le unghie degli arti anteriori nel maschio sono più sviluppate che nella femmina.

 

Distribuzione:

la specie, e le sue sottospecie, risiedono di preferenza in acque profonde e tiepide, prossime alle coste, dell'Oceano Atlantico, del Mar Mediterraneo e del Mar Nero nonché dell'Oceano Indiano e dell'Oceano Pacifico.

Le maggiori concentrazioni di questo animale si trovano in Sud-Africa, Florida, Australia, Mozambico e Oman.

Nel Mar Mediterraneo è la specie di tartaruga marina più diffusa, frequenta soprattutto le acque dell'Italia, della Grecia, della Turchia e di Cipro ma anche di Tunisia, Libia, Siria e Israele.

 

Dieta:

la dieta comprende sia organismi bentonici che animali planctonici come alcune meduse (la Caravella portoghese Physalia physalia, temibile e spesso mortale per l'uomo) e alcuni organismi dalla consistenza gelatinosa che formano colonie lunghe parecchi metri come le salpe.

Si ciba inoltre di pesci come i cavallucci marini e pesci ago che frequentano le praterie di Posidonia.

A volte, in acque poco profonde, ricerca aragoste, granchi e gamberetti e numerose specie di molluschi che frequentano rocce e coralli.

 

Riproduzione:

alcuni studi hanno dimostrato che le piccole appena nate, nei pochi minuti che trascorrono sulla terra ferma nel tragitto che percorrono per raggiungere il mare a partire dal nido sulla sabbia, sono capaci di immagazzinare le coordinate geomagnetiche del nido ed altre caratteristiche ambientali che consentono un imprinting della zona di origine.

Una volta raggiunta la maturità, in estate, nei mesi di giugno, luglio ed agosto, maschi e femmine si danno convegno nelle zone di riproduzione, al largo delle spiagge dove le seconde appunto sono nate.

Gli accoppiamenti avvengono in acqua: le femmine si accoppiano con diversi maschi, la copula può durare anche alcuni giorni.

Dopodiché, le femmine attendono per qualche giorno in acque calde e poco profonde il momento propizio per deporre le uova; in ciò sono facilmente disturbate dalla presenza di persone, animali, rumori e luci.

Al momento giusto risalgono la spiaggia del luogo prescelto, scavano una buca profonda con le zampe posteriori e vi depongono una media di 100 uova.

Quindi le ricoprono con cura, per garantire una temperatura d'incubazione costante e per nascondere la loro presenza ai predatori.

Completata l'operazione, fanno ritorno al mare. È un rito che si può ripetere più volte (anche 4) nella stessa stagione, ad intervalli di 10-20 giorni.

 

Stato di conservazione:

la IUCN Red List classifica Caretta caretta come specie vulnerabile (Vulnerable). La specie è minacciata dall'inquinamento marino, dalla riduzione degli habitat di nidificazione, dalle collisioni con le imbarcazioni, e dagli incidenti causati dalle reti a strascico e dagli altri sistemi di pesca.

La specie è considerata endangered, a livello regionale e globale, ed è perciò protetta da normative internazionali e, in particolare, da numerose convenzioni tra le quali la Convenzione di Barcellona e relativo protocollo aggiuntivo che prevede misure di protezione e di conservazione per la specie vietandone l’uccisione, il commercio e il disturbo durante i periodi di riproduzione, migrazione, svernamento e altri periodi in cui gli animali sono sottoposti a stress fisiologici.

Numerosi i progetti in tutto il mondo per la conservazione di questa specie che hanno prodotto negli ultimi anni risultati tangibili sullo stato di conservazione ma purtroppo a livello locale è da tenere anche in considerazione il basso numero di location e gli effetti rapidi di incremento delle minacce.

Rimane una specie IN PERICOLO.